Sungai Asap, Sungay Asap, Diga di Bakun, dove gli umani sono in via d’estinzione

Ultimo aggiornamento:
gente della riserva di Bakun
Un’anziana signora sopravvive essiccando foglie di banana da usare per fumare tabacco. Lei ha deciso di restare nell’area di Bakun.

Sungai Asap é dove la gente del Borneo (Kenyah, Penan, Kayan) é stata ricollocata per costruire la gigantesca diga di Bakun.

Le loro terre e case ancestrali sono state sommerse dall’acqua.

Sungai Asap é il luogo dove la gente di Bakun é stata spostata per costruire l’enorme diga di Bakun.

Le loro case natie e terre sono state sommerse dall’acqua e loro sono stati spediti qui, nel mezzo di una gigantesca piantagione di olio di palma, lontani dalle loro terre d’origine e da qualsiasi centro abitato degno di nota.

Noi siamo qui grazie a Peter Kallang dell’associazione SaveRivers, che abbiamo intervistato per la prima parte del nostro reportage. Peter ci ha messo in contatto con Alex, un instancabile attivista, che ha vissuto sulla propria pelle il ricollocamento, e ora sta cercando di attirare l’attenzione sul tema delle nuove gigantesche dighe in procinto di essere costruite.

L’abbiamo incontrato a casa sua, nel blocco D. Quelli che erano molti differenti villaggi abitati da diversi gruppi etnici, separati gli unici dagli altri da decine di chilometri di fitta giungla, sono ora concentrati in qualche chilometro quadrato.

In economiche longhouses distinguibili in base alle lettere, il blocco D é dove ci troviamo, e qui trovate la seconda parte del nostro reportage sulle centrali idroelettriche e la devastazione del Borneo.

Per comprendere meglio quello di cui abbiamo discusso con Alex vi consigliamo vivamente di leggere questo articolo, la nostra intervista con Peter.

Se volete sapere di più sulle nostre avventure in Borneo ecco tutti gli altri nostri articoli.

pt1: da Kota Kinabalu a Tenom, sulle Crocker mountain
pt2: Un treno nella giungla, da Tenom a Beaufort (voi siete qui)
pt3: attraversando il Brunei in bicicletta
pt4: attorno a Miri, Parchi Nazionali di Lambir Hills e Logan Bunut e la spiaggia di Tusan 
pt5: le grotte del Parco Nazionale di Niah
pt6: da Belaga a Kuching in barca
pt7: Kuching e Parco Nazionale di Bako 
pt8: Rafflesia al Gunung Gading National Park
pt9: Attraversamento via terra da Sarawak al Kalimantan, il confine segreto di Aruk
pt10: Sambas, una Venezia in legno nel Borneo Indonesiano

Reportages

Chap Go Meh a Singkawang:
trafiggersi per compiacere gli Dei

qui invece qualche consiglio per viaggiare on a budget in Borneo (in bicicletta e non)

Disclosure: Some of our articles contain affiliate links. This comes at no additional cost for you and helps us keep this website up and running. (as Amazon Associates we earn commission from qualifying purchases)

borneo longhouse
Il blocco delle longhouses dove Alex e la sua famiglia sono stati ricollocati

Alex é stato immediatamente molto accogliente, siamo stati ospitati a casa sua per 3 giorni e abbiamo avuto modo di vedere come si vive in una guesthouse.

Abbiamo avuto una lunga, profonda e piacevole conversazione riguardo molti argomento cercando di fumare il grosso tabacco locale, rollato in foglie di banana, che fumano tradizionalmente le donne.

Abbiamo incontrato sua sorella, che si occupa della terra di famiglia, anche se, avendo 4 volte più della terra che il governo a concesso (sono 4 fratelli), ne può ricavare solo un piccolo profitto.

Coltiva alberi da frutto (rambutan, cocchi, banane) ma tristemente la parte più consistente dei guadagni viene dalle palme da olio. Fa anche un buon Tuah, un liquore locale che si può ricavare da diverse cose, di solito riso, e lo vende al mercato locale.

I nostri giorni a Sungai Asap sono sono stati molto piacevoli ma in qualche modo tristi, quello che si poteva srutare negli occhi della gente, specialmente ma non solo i più anziani, era senso smarrimento, malinconia e rassegnazione al dover aspettare la fine dei loro giorni in un luogo a cui non appartengono.

Noi abbiamo intervistato Alex e questo é quello che ci ha detto:

Intervista ad Alex

piccola piantagione di palme da olio a bakun
La sorella di Alex al lavoro nel loro pezzo di terra

La vita della gente del Borneo dopo il ricollocamento a Sungay Asap

Alex, quando siete stati ricollocati qui? Quanti di voi e a che gruppo etnico appartieni?

Nel 1999, eravamo 4 fratelli e 2 sorelle, e i miei genitori che non ci sono più. Siamo Kayan.

Quante persone vivono qui in totale?

Ci sono 15 longhouses, penso che la popolazione totale di Sungai Asap sia attorno alle 10,000 persone.

Cosa vi era stato promesso e cosa vi hanno dato?

Durante il processo di negoziazione, mi ricordo, ci hanno detto che tutto sarebbe diventato più semplice per noi. Ma era una falsa promessa perché tutto quello che sarebbe dovuto essere semplice, non é semplice per niente. Infatti, per molte persone qui, é davvero difficile sopravvivere.

Spiegaci perché?

Il cambio di stile di vita. Perché siamo indigeni, viviamo a stretto contatto con la giungla dove avevamo una vasta area in cui cacciare, fiumi nei quali pescare, tutto quello che ci serviva era nella giungla, non solo cibo ma anche medicine.

Non possiamo vivere così vicini gli uni agli altri. Ora, ci hanno presi tutti e portati qui, tutti vicini, al massimo c’é un chilometro fra una longhouse e l’altra. Prima vivevamo ad almeno 18/20 chilometri di distanza. Se avessimo vissuto così ammassati le risorse sarebbero presto finite, così ci separavamo in gruppi per sopravvivere meglio.

Ma qui ci sono solo 15 longhouses, 10,000 persone. Non ci sono fiumi per pescare, non c’é giungla dove cacciare. E anche se ci fosse, i pochi pesci e animali selvaggi finirebbero rapidamente. Qui non ci sono risorse naturali. Questo é il problema principale.

Palme da olio raccolto
Alex e la raccolta delle palme da olio

Capisco, quindi di cosa vive la gente qui non avendo possibilità di procurarsi il cibo cacciando o pescando?

La maggior parte della gente che vive in queste longhouses coltiva la terra e vende la frutta e la verdura  al mercato di Sungai Asap. Il governo ci ha dato 3 ettari di terra, un pezzo di terra veramente piccolo. Non abbastanza per coltivare a fini commerciali, é sufficiente solo per la sopravvivenza della famiglia, i guadagni sono insignificanti, la gente vive in povertà.

Se coltiviamo palme da olio possiamo guadagnare attorno ai 600/700 ringgit al mese (120/140€), assolutamente non abbastanza per una famiglia. Perciò il principale problema é che la terra é troppo piccola, inoltre coloro a cui é stata assegnata la terra lontano dalla strada principale devono camminare fino ai campi non essendoci nessuna strada. Di conseguenza il trasporto dei prodotti diventa faticosissimo.

La gente continua a vivere qui o c’é una migrazione verso le città?

Se ti guardi attorno, in queste longhouses, vedrai quasi solo anziani e qualcuno della mia età che ha trovato lavoro nelle piantagioni qui attorno.
I giovani, specialmente quelli che hanno studiano, vivono in città e fanno lavoro d’ufficio. Tornano a Natale e in altre occasioni di festa.

lunghe barche nella riserva della diga di Bakun
Lunghe barche nella riserva della diga di Bakun, non c’é molto pesce rimasto

Quindi possiamo dire che la gente di Bakun é in via d’estinzione?

Possiamo ancora mantenere la nostra cultura e tradizioni, ma il nostro modo di vivere, il modo in cui ci guadagnavamo da vivere, é perduto.

Ora siamo costretti a vivere secondo un nuovo stile di vita, molto simile a quello delle persone che vivono in città: dobbiamo lavorare ogni giorno per guadagnare soldi con i quali paghiamo elettricità, acqua e trasporti, ora abbiamo bisogno di macchine e motorini.

Questo é un grande problema per le persone più anziane che non sanno guidare e sono di fatto bloccati a casa a meno che qualcuno non li accompagni (non ci sono trasporti pubblici n.d.r.), e per anziani non intendo solo i vecchi ma anche persone di 50 anni, provate a guidare per la prima volta una macchina a 50 anni.

Sappiamo degli altri progetti, cosa puù fare la gente in modo che quello che é successo a voi non succeda di nuovo e per preservare la natura e le persone del Sarawak?

Quello che possiamo fare é informare ed educare le persone, cosicché le persone coinvolte e non siano attente e possano opporsi a questi progetti.

Il nostro stile di vita richiede di stare vicino ad un grande fiume per la pesca, un grande pezzo di terra per cacciare e costruire una longhouse e un piccolo fiume da usare come riserva d’acqua.

Molte delle persone qui continuano a pescare e cacciare in quello che é rimasto delle nostre terre ma per fare questo devono guidare per un’ora e questo richiede soldi, la macchina, la benzina, una barca per raggiungere la foresta. Insomma, anche se cacciassero qualcosa il guadagno é praticamente nullo.

Questa é la ragione per la quale qualcuno ha decino di costruire case galleggiante nella riserva della diga continuando a vivere là, non abbiamo niente di cui vivere a Sungai Asap.

Malaysian Kenyah Longhouse Borneo
Sungai Asap

Vi é piaciuto questo articolo, volete aiutare la gente del Borneo? Condividetelo!
Avete pensieri, opinioni o domande? Commentate!

vi siete persi la prima parte dell’articolo? leggete qui la prima parte, la nostra intervista a Peter.

Le nostre avventure in Borneo

pt1: da Kota Kinabalu a Tenom, sulle Crocker mountain
pt2: Un treno nella giungla, da Tenom a Beaufort
pt3: attraversando il Brunei in bicicletta
pt4: attorno a Miri, Parchi Nazionali di Lambir Hills e Logan Bunut e la spiaggia di Tusan 
pt5: le grotte del Parco Nazionale di Niah
pt6: da Belaga a Kuching in barca
pt7: Kuching e Parco Nazionale di Bako 
pt8: Rafflesia al Gunung Gading National Park
pt9: Attraversamento via terra dal Sarawak al Kalimantan, il confine segreto di Aruk
pt10: Sambas, una Venezia in legno nel Borneo Indonesiano

Reportages

Chap Go Meh a Singkawang:
trafiggersi per compiacere gli Dei

Devastazione idroelettrica in Borneo
parte 1: Intervista con SaveRivers
parte 2: visita a Sungai Asap (voi siete qui)

qui invece qualche consiglio per viaggiare on a budget in Borneo (in bicicletta e non)

Stay in touch while we get lost! Follow us on Social Media

Sharing is caring!