Last Updated on 29 August 2024 by Cycloscope
Il Parco Nazionale di Niah (Taman Negara Niah), é una delle perle del Sarawak, Borneo Malese. Giungla, fauna selvaggia, ed una gigantesca grotta preistorica
Il Niah National Park (Taman Negara Niah), è uno dei punti salienti del Sarawak, lo stato meridionale del Borneo malese. Non solo per la giungla, la natura selvaggia e le immense caverne, ma anche per la sua perfetta rilevanza storica e culturale, dal medio paleolitico.
I resti umani trovati qui sono stati stimati 40.000 anni fa e una delle grotte presenta dipinti dell’età del ferro (quasi completamente sbiaditi).
Negli ultimi anni l’importanza della grotta per l’economia locale è legata alla raccolta del nido di uccelli (una prelibatezza particolarmente apprezzata dai cinesi) e del guano.
Questo articolo fa parte della nostra serie “DIY Adventure Travel in Borneo“.
I collegamenti alle altre parti sono in fondo a questa pagina, insieme a una mappa del percorso con profilo altimetrico e a una street level photo map scattate dalle nostre bici.
qui invece qualche consiglio per viaggiare on a budget in Borneo (in bicicletta e non)
La strada da Miri al Parco Nazionale di Niah
Disclosure: Some of our articles contain affiliate links. This comes at no additional cost for you and helps us keep this website up and running. (as Amazon Associates we earn commission from qualifying purchases)
There are two roads leading to the park from Miri:
1. la strada costiera (Q642): strada piacevole vicino al mare fino al Km 40 dove c’é la bella Tusan beach, poi la strada si allontana dal mare, rimane piacevole ma non spettacolare per una decina di chilometri, fino al bivio per Niah, da dove ricominciano le piantagioni di palme da olio, no ristoranti, no ombra. La strada é ondulata ma facile. 84 km
2. la vecchia strada AH150: più lunga e più sali e scendi, non violenti ma comunque più ripidi della strada costiera, qui é un po’ più facile trovare posti per mangiare ma sempre meglio portare un po’ di provviste con voi, é un’alternarsi di foresta e piantagioni. Questa é la strada che passa accanto al Lambir Hills National Park. 112km
Il nostro viaggio
Lasciamo Miri lungo la strada costiera, subito fuori città c’é una lunga spiaggia con pini per ripararsi dal sole, non si potrebbe chiedere un miglior posto tenda, ma naturalmente proseguiamo, visitando brevemente Tusan Beach (che avevamo già visitato), sperando di trovare qualche banchetto per comprare snacks e qualcosa da bere, ma oggi é lunedì e c’é il deserto, anche qui un posto tenda niente male.
La strada si dirige verso l’interno e il mare non é più in vista, attraversiamo qualche piccolo fiume con i consueti cartelli “Awas Crocodile” (attenzione, coccodrilli).
In Malesia é illegale uccidere i coccodrilli, si sono riprodotti velocemente e numerosi e vivono a lungo così, visto che le piantagioni di palme da olio e le compagnie di legnami hanno distrutto il loro habitat naturale, questi animali si stanno spostando sempre più vicini alle case e alle spiagge, diventando una seria minaccia, ogni mese ci sono persone che vengono uccise dai coccodrilli.
Parco nazionale di Niah: biglietto d’ingresso, orari, alloggio e piccoli animali
Arriviamo al Niah National Park all’orario di chiusura (aperto dalle 8am alle 5pm). Prendiamo una stanza all’interno del parco per 40 ringgit. Ci sono 4 letti quindi ogni letto 10 ringgit (2 euro).
Nell’ostello c’é la cucina e siamo molto felici di poterci cucinare una pasta ma purtroppo il gas é finito. Per fortuna, invece, il proprietario del ristorante rimane aperto per noi e ci prepara dei fried noodles.
Ci svegliamo presto e dopo una colazione a base di 3 uova fritte a testa ci incamminiamo verso il parco, biglietto d’ingresso 20MYR. Bisogna attraversare il fiume con una barchetta, e fare attenzione ai coccodrilli.
Subito c’é il museo del parco che si può visitare all’inizio o alla fine del percorso. Ci sono molte foto interessanti degli abitanti del luogo un po’ di anni fa e altre che mostrano come venivano raccolti i nidi d’uccello.
E poi inizia il percorso che é molto facile, si segue il sentiero, una passerella sopraelevata nella foresta. Ci sono tantissimi insetti mai visti prima e avvistiamo anche quello che ci sembra uno scoiattolo pigmeo. Nessuna scimmia all’orizzonte.
Ci sono alberi e piante diversissime, alcuni davvero imponenti. Ad un certo punto sentiamo musica provenire dalla nostra sinistra, prendiamo il bivio che porta al villaggio Iban dentro il parco.
Il Villaggio Iban
Gli Iban sono uno dei gruppi etnici in Borneo, un tempo cacciatori di teste, sono un popolo forte, mai sottomessi al sultano, un vero grattacapo per le varie autorità che hanno provato a governare il Borneo.
Fino a non tantissimi anni fa un Iban che avesse voluto sposare una ragazza, avrebbe dovuto portare 3 teste nemiche al suocero. Vivono nelle tradizionali longhouses, che come suggerisce il nome, sono case lunghe.
C’é una veranda in comune dove stanno suonando i gongs ed altri strumenti tradizionali. Sono molto amichevoli, nessuno prova a decapitarci. Ci invitano invece all’interno per ascoltare la musica.
La cultura Iban é vasta e merita di essere conosciuta, hanno una ricca religione, tante diverse danze e performance rituali e creano meravigliosi oggetti d’artigianato.
C’é anche una homestay all’interno di questa longhouse, non sappiamo il prezzo ma sicuramente non molto costosa. Questo piccolo e bel villaggio può essere raggiunto dalla strada a destra giusto prima dell’entrata del parco.
Le Grotte
Torniamo sul sentiero principale che porta alla caverna, circondati da centinaia di farfalle colorate. Saliamo alla prima caverna, é grandissima (ma non abbiamo ancora visto la principale).
Ci sono ancora i resti dei rifugi usati dagli operai che raccoglievano i nidi di uccelli da vendere ai cinesi. Sono una costosissima prelibatezza culinaria.
Subito dopo c’é la Great Cave, veramente impressionante, una delle più larghe entrate del mondo. In questa grotta veniva raccolto il 70% dei nidi d’uccello “prodotti” inSarawak.
Ci sono ancora lunghissimi pali di legno con cui i lavoratori raggiungevano la volta della grotta, senza nessuna protezione, arrivando fino a 50 metri d’altezza.Tutt’oggi i nidi vengono raccolti, ma per fortuna sono state messe in atto delle limitazioni, perché a forza di essere derubati dei loro nidi gli uccelli hanno deciso di non tornare più. La popolazione é ridotta del90%.
Nell’oscurità
Ci addentriamo nella caverna seguendo il sentiero che diventa sempre più buio e c’é sempre più guano di rondini e pipistrelli che rende la passerella scivolosa.
Il buio diventa totale, la torcia fa quello che può (portatevi una buona torcia). Sembra non finire mai, siamo soli nella caverna gigante e fa un po’ paura. Dopo aver percorso un chilometro vediamo finalmente la luce.
Eccoci tornati nella verde foresta, saliamo gli ultimi gradini per la Painted Cave, ma delle pitture purtroppo non resta molto, per non dire nulla. Sfortunatamente non ci sono altre strade per tornare indietro, dobbiamo attraversare di nuovo la buia e spaventosa caverna.
Quando usciamo piove parecchio e corriamo alla nostra stanza. Peccato perché pare che al tramonto migliaia di pipistrelli escano dalla caverna, mentre una quantità simile di swiftlets entra nella caverna, una sorta di spettacolare cambio della guardia.
Ma siamo felicissimi, il giorno più bello fino ad ora nel Borneo. Quanto doveva essere bella quest’isola prima della deforastazione.
Il giorno dopo abbiamo lasciato il parco attraverso un piacevole e stretto sentiero che parte dal campeggio e arriva alla città Batu Niah dopo 5km di sterrato. In città potrete trovare tutto quello che vi occorre, incluso il water refill, un piccolo supermercato, negozi, hotels e ristoranti.
Tornati sulla strada AH150, che i locali chiamano “Old Road”, ci troviamo invece nel bel mezzo di un’autostrada. Il percorso é “liscio” ma non molto eccitante fino a raggiungere il bivio che ci porterà alla Diga di Bakun, dopo 65km di autostrada.
Troviamo rifiuto in una pianatagione di palme da olio, c’é anche un bidone pieno d’acqua e un pentolino per farsi una doccia. Domani ci dirigeremo a Sungay Asap dove la gente di Bakun é stata rilocata per fare posto alla diga…
Vi é piaciuto questo articolo? Condividetelo e commentate!
Le nostre avventure in Borne
pt1: da Kota Kinabalu a Tenom, attraverso il Crocker range
pt2: un treno nella giungla, da Tenom a Beaufort
pt3: cicloturismo in Brunei
pt4: nei dintorni di Miri, Lambir Hills, Logan Bunut e Tusan Beach
pt5: le grotte del Parco Nazionale di Niah (voi siete qui)
pt6: da Belaga a Kuching by boat
pt7: Kuching and Bako National Park
pt8: Rafflesia in Gunung Gading National Park
pt9: Overland Border crossing from Sarawak into Kalimantan, the secret Aruk border
pt10: Sambas, un Venezia in legno nel Borneo Indonesiano
Reportage
Chap Go Meh a Singkawang: trafiggersi per compiacere gli Dei
Devastazione idroelettrica in Borneo
parte 1: Intervista con SaveRivers
parte 2: visita a Sungai Asap
qui invece qualche consiglio per viaggiare on a budget in Borneo (in bicicletta e non)