Last Updated on 11 June 2024 by Cycloscope
Cicloturismo in Kyrgyzstan: lago Song Kul. Viaggiando in bicicletta lungo la Via della Seta.
Il Cicloturismo in Kyrgyzstan Ă© stato meraviglioso, il giro del lago Issyk Kul Ă© stato incredibile e i World Nomad Games un’esperienza indimenticabile. Ora Ă© tempo di un po’ di fatica, andiamo a scalare il punto piĂą alto del nostro viaggio, sino ad ora.
Song Kul Ă© un lago alpino situato a 3000 msl, nella Provincia di Naryn. E’ usato, probabilmente da millenni, come jailoo estivo (accampamento), dove i nomadi fanno la transumanza. Per arrivarci dobbiamo valicare un passo a 3,400 metri.
Come siamo arrivati dal lago Issyk Kul al lago Song Kul
Lasciamo il nostro amato lago Issyk Kul, attraversiamo Balykchy, “ridente” paeselllo, una volta meta di turismo sovietico (si dice così?), ora abbandonato a sè stessa.
Un luogo in qualche modo affascinante, almeno se vi piace il genere. Notiamo che c’è un sacco di gente ubriaca, e sono solo le due del pomeriggio. Vivere qui deve essere abbastanza desolante. Ci avviamo verso Kochkor, e passata Balykchy ricominciamo a costeggiare il nostro amato fiume Chui lungo il quale ci fermiamo spesso a campeggiare.
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Ci prepariamo alla salita al lago Song Kul , lasciamo il nostro fiumicello e partiamo alla volta dei monti, la strada è bella, sia paesaggisticamente sia dal punto di vista dell’asfalto.
Arriviamo a Kochkor, ultimo posto “civile” prima di proseguire verso il lago, entriamo in un uno dei tanti uffici turistici per chiedere se ci sono ancora yurte sul lago. Vista l’altitudine la sera sarĂ freddo ed è meglio avere un piano B in caso la tenda non sia abbastanza (la nostra non Ă© invernale).
Ci viene detto che le yurte, in Kyrgyzo Boz Uy, che significa letteralmente casa grigia (dal colore del feltro che le ricopre), ci sono ancora, anche se la stagione Ă© quasi finita.
Molti dei pastori nomadi Kyrgyzi sono in realtĂ semi-nomadi, vivono nelle yurte solo durante l’estate, quando vanno a fare pascolare gli animali in montagna.
Le pecore vengono trasportate con i camion mentre i cavalli vanno da soli, la transumanza può richiedere giorni, e se qualcosa va storto durante la discesa, per esempio una nevicata, possono perdere il lavoro di una stagione intera, gli animali possono perdere il grasso e persino morire.
Nonostante ciò, alcuni pastori corrono il rischio, rimanendo piĂą a lungo nello Jailoo (l’accampamento di yurte), nella speranza di fare qualche soldo in piĂą grazie ai turisti che salgono sin qui. E’ una scommessa, ma sono soldi per una famiglia Kyrgyza nomade.
La strada per Song Kul
La strada inizia Ă© in salita, mai troppo ripida. Arriviati al paesino di Sary Bulak, si gira a destra e in pochi chilometri incontrerete il bivio per il lago e anche l’ultimo paesino dove fare provviste.
Il cartello avverte Song Kul 50 chilometri. Asphalt nietu. L’inizio è verticale e dobbiamo per forza spingere le biciclette. Inoltre, la strada diventa presto uno washboard. In pratica è uno sterrato pietroso composto da tante piccole onde, è come guidare un martello pneumatico. Noi pedalavamo le nostre bici da touring ma non molto adatte a questo tipo di strada, se avessimo avuto una MTB (come abbiamo deciso di fare durante il nostro viaggio nell’Himalaya) avremmo avuto molti meno problemi e potrebbe anche essere una strada divertente.
Passiamo piĂą tempo a spingere le bici che a cercare di pedalare, anche quando la strada è piana. Ci si consola un po’ guardando il paesaggio, che è davvero meraviglioso.
Arrivati a 2500 metri di altezza inizia una discesa, ma anche qui sarete costretti ad andare molto piano per via delle condizioni stradali. Alla fine della salita inizia una strada asfaltata che porta ad un villaggio a metĂ strada per il lago.
Ci sono tre magazin ma praticamente non vendono niente, principalmente caramelle, pane e sigarette. L’asfalto finisce al paese e ricomincia la strada infernale.
Alla vostra sinistra c’è il fiume che attraversa tutta la valle, i posti per campeggiare non mancano. E neanche le case, anche dopo quello che è l’ultimo posto abitato prima del lago, cioè per almeno 50 chilometri, ci sono casette di pastori che vivono qui tutto l’anno o che le hanno costruite come riparo durante la transumanza estiva. Case di fango e paglia.
La strada ricomincia a salire, sempre 80% spinta e 20% sui pedali. In una giornata intera siamo riusciti a fare neanche 20 chilometri su questa strada. Suggeriamo una MTB oppure lasciate i bagagli in qualche guest house prima di salire al lago e portatevi solo l’indispensabile.
Finalmente arriviamo al Song Kul
La salita diventa più verticale, è una distesa di pietre. Siamo a 3000 metri, il passo prima di scendere al lago, è a 3400. Dopo questo passo la strada migliore.
Vediamo il Song Kul jailoo, che ci appare come un miraggio e tutta la fatica per arrivare qui svanisce dalle nostre gambe. Ci sono diversi accampamenti, noi prendiamo il bivio che porta allĂ accampamento da dove si prende la strada a nord del lago.
Arriviamo dopo 8 chilometri all’accampamento, sembra che stia per piovere, così, anche se sono le due, ci fermiamo a dormire qui, invece di proseguire Andiamo verso una yurta dove non sono parcheggiati pulmini turistici. Costa 500 som a testa con prima colazione. In totale circa 13 euro.
Per la cena vogliono 200 som a testa, finalmente del cibo caldo. La nostra yurta è bella, con tanti shirdak colorati, c’è una stufetta alimentata da sterco di mucca.
Come costruire una yurta in Kyrgyzstan: anatomia di un Boz Uy
Siamo in Settembre inoltrato, ci sono pochi turisti e probabilmente questo è il periodo migliore per visitare il lago, sempre se si è fortunati con il meteo.
La yurta è composta da un piccolo tetto a forma di ruota (quella che è raffigurata nella bandiera del Kyrgystan) nel quale si infilano i bastoni. Tutto attorno alla yurta c’è un “recinto” circolare, sempre in legno, dove i sudetti bastoni vengono legati.
Ovviamente la porta. E poi si mette il feltro a ricoprirla tutta. Niente metallo, solo legno, corda e stoffa. Non c’è pavimento ma grandi tappeti.
Un’improvvisa tempesta di neve cambia i nostri piani
Al nostro risveglio colazione a base di uova, marmellate, pane e tè. Ma c’è anche un’altra bella sorpresa fuori dalla yurta, pare che la bufera di neve stia arrivando con un giorno di anticipo. Fa freddissimo. Ci sono almeno 15 gradi meno di ieri. E abbiamo la febbre.
Ci convinciamo che, non sapendo bene com’è la strada, non è il caso di avventurarci. Se venissimo sorpresi dalla bufera potrebbe non essere divertente. Inoltre lo sterrato con la pioggia, o peggio, la neve, diventerebbe una poltiglia fangosa.
Dobbiamo trovare un passaggio per scendere da lì. Per fortuna un Dragoman truck ci offre un passaggio, insieme a due anziani kirghizi, fino a Kochkor.
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