Last Updated on 27 January 2025 by Cycloscope
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Isole di Amakusa e Nagashima, Un viaggio in bicicletta attraverso le isole del Kyushu. Le migliori spiagge in Giappone e un bellissimo itinerario fuori dal turismo di massa
Le isole Amakusa (Amakusa Shoto in Giapponese) sono un incredibile destinazione fuori dai percorsi turistici in Kyushu, l’isola più a Sud delle quattro principali che compongono il Giappone, nella prefettura di Kumamoto.
E’ un Arcipelago di circa un centinaio di isole, annidate nel golfo Kyushu, le più grandi delle quali sono Ueshima e Shimoshima. Sono connesse da ponti, quindi é possibile pedalare da Kumamoto ad Akune (nella prefettura di Kagoshima), o viceversa, con un solo traghetto, da Nagashima a Shimoshima (circa 750Yen, 30 minutes).
Il tour completo dell’isola, per il percorso fatto da noi, é di circa 140 Km, per lo più piatti con qualche piccola collina.
Siamo arrivati nell’arcipelago di Amakusa come parte del nostro viaggio di tre mesi in Giappone e del nostro viaggio di due anni in Asia.
Per consigli e suggerimenti sul viaggiare in Giappone con meno di 10 dollari al giorno leggete la nostra guida qui.
Per avere una panoramica su cicloturismo in Giappone, qui potete leggere e vedere il nostro itinerario.
Mappa del nostro percorso in bicicletta
Qui la mappa della nostra pedalata da Fukuoka a Kagoshima, cliccando sulla traccia vedrete il profilo altimetrico.
Cicloturismo nelle isole del Kyushu
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Arrivando da Kumamoto incontriamo finalmente la costa nei pressi di Uto, la vegetazione é tropicale, il mare non spettacolare. E’ una zona peninsulare con fondali bassi e fangosi e molte barche da pesca.
Superato il primo ponte per l’isola di Amakusa ci troviamo improvvisamente in paradiso. Un po’ come passare da Riccione a Pantelleria in pochi chilometri. Ci tuffiamo immediatamente nell’acqua cristallina! La prima fantastica spiaggia dopo un anno di viaggio!
Le prime isole di Amakusa – Nagaura e Ueshima
Il secondo ponte ci porta sulla piccola isola di Nagaura e poi su Ueshima. Qui ci sono due opzioni, quella più corta da Nord o quella più lunga da Sud. Noi abbiamo scelto la seconda, la prima sembrava più una strada a scorrimento veloce e meno scenica.
Sulle isole c’é un percorso ciclabile segnalato, rendendo l’arcipelago di Amakusa una bella alternativa al più famoso e superturistico Shimanami Kaido (qui il nostro articolo), a volte il percorso é su strade secondarie, a volte lungo la costa molto quieta. Molte isole a forma di fungo puntellano l’orizzonte.
L’isola cambia continuamente, colline lussureggianti, una scogliera tutta bianca poi faraglioni e spiagge di tutti i tipi, villaggi dormienti, piccoli porti da pesca e templi Shinto. Molti uccelli predatori come falchi ed aquile girano sulle nostre teste.
Ci facciamo un altro bagno nudi in una spiaggia di sassi. Poi c’é una salita nella foresta, piena di ruscelli e torrenti. Scendendo di nuovo verso al mare veniamo accolti da risaie e campi.
Un invito inaspettato
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Arriviamo ad una spiaggia con un bel prato e montiamo la tenda. There’s the effigy of the island’s God, that’s almost everywhere. It’s a fat, smiling bearded man holding a fish. Finito di montare arrivano un uomo e una donna sulla sessantina che non parlano una parola di inglese ma ci invitano a mangiare e dormire a casa loro. Smontiamo la tenda.
Arrivati a casa capiamo che non vivono insieme, la casa dove siamo ospiti é del signore che vive con la figlia disabile, Miyuki. Ci riempiono la vasca da bagno come nei cartoni.
Ci fanno fare la lavatrice e ci preparano la cena, la tavola é piena di piatti: manzo tenerissimo in salsa di funghi, involtini di cavolo con carne, melanzane al vapore, alghe varie, onighiri con fagioli rossi insalata di cipolla e peperoni, gamberetti secchi, aglio in pinzimonio, cetriolini, senzero sott’aceto, zuppa di alghe, umeboshi e sicuramente altro che non ricordo
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Poi prepariamo i futon per dormire nel salotto, mi sento proprio coccolata. Qui dove dormiamo noi c’é un altare (non so se si chiama proprio così), credo sia per la mamma di Miyuki, lei va spesso ad accendere l’incenso.
Ci svegliamo presto, alle 6 e 30. Sono tutti svegli, ci preparano la colazione, frittata, una zuppa con dentro le uova sode, maialE e varie cose rimaste dalla cena di ieri sera. L’uomo (che noi chiamiamo Otosan, papà in Giapponese) ci prepara anche il bento, Onigiri con umeboshi per me e onigiri con il salmone per Daniele, più gli avanzi. Supercoccolati. Cerchiamo di scrivere un biglietto di ringraziamento in giapponese. Non sappiamo come ringraziare per tutta questa coccolosità!
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Lasciata la casetta di questa bella e un po’ sfortunata famiglia vogliamo vedere la grande statua del “dio pesce”. E’ un uomo ciccione amico dei pesci. Ma non la vediamo. I cartelli spesso sono solo in giapponese.
La strada lungo il mare diventa sempre più bella. Mangiamo il pranzetto che ci hanno preparato nel cortile di un vecchio templio sotto un grande albero. Facciamo il bagno in una laguna con l’acqua verdissima, le spiagge sono deserte. Verso la fine dell’isola ci sono i faraglioni. Stupenda.
Arrivati al porto prendiamo il traghetto delle 17 e 20, costa 750 yen a testa, 30 minuti. La vista dalla nave é molto suggestiva, ci sono tante isolette ed una sembra proprio un vulcano.
Isola di Nagashima
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E siamo su un’altra isola, Nagashima, che dall’altra parte rispetto al porto é collegata alla terraferma da un ponte. E’ quasi buio, vediamo un templietto tra i campi di riso e andiamo a vedere. E’ uno dei posti più belli dove abbiamo mai dormito.
Arriviamo al tramonto, attraverso il tori si vede il sole che cade nel mare. C’é un albero enorme sicuramente molto vecchio, e poi c’é la statua del dio con cappello di fungo sulla cui spalla sta dormendo una ranocchietta (la rannocchietta é vera, e forse pure il dio fungo).
Vicino alla tenda c’é un fungo gigante, la notte Daniele sogna un triceratopos gigante e si sveglia di soprassalto, il fungo é esploso e vicino troviamo altri piccoli funghi nati.
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Dopo l’esplosione del fungo non ci resta che offrire un po’ di Sochu (come il soju coreano) e la salsa wasabi al dio del templio. Speriamo apprezzi.
Lungo la strada incontriamo altre statue strampalate, una é un pene gigante, poi una famiglia composta da un gorilla, una tizia con il becco e un bambino con il becco pure lui.
Facciamo un altro bagno meraviglioso nella spiaggia deserta di un paesino altrettanto deserto, l’acqua é trasparente e la sabbia dorata.
Pedalando diversi sali e scendi attraversiamo questa isoletta bellissima che pare essere famosa per i mandarini.
Il ponte ci riporta sulla terraferma, e ci facciamo un altro bagno in una spiaggia enorme dove le tartaarughe vanno a fare le uova.
Ci stiamo dirigendo verso Sud, lungo la costa di Satsumasendai e nella parte interna di Kagoshima, di nuovo appaiono i faraglioni e con loro una spiaggia con doccia.
Lasciamo per un po’ il mare e dormiamo sulla riva di un enorme fiume dove un tipo con il motoscafo fa le impennate.
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