Last Updated on 23 January 2025 by Cycloscope
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Il bambino cinese con i capelli ghiacciati: quello che non vi hanno detto. Quanto é povera davvero la Repubblica popolare? Vi raccontiamo dalla Cina come si può raccontare una notizia senza censura.
Nelle ultime settimane una notizia arrivata dalla Cina ha fatto il giro del mondo: il bambino con i capelli ghiacciati. Costretto a camminare a lungo per raggiungere la sua scuola elementare in un piccolo paese nello Yunnan, Sud Ovest della Cina.
Con temperature attorno ai -10° e indossando solo una giacca leggera é arrivato in classe con capelli e sopracciglia congelati. Il bambino con i capelli ghiacciati, o “frost boy”, si chiama Wang Fuman e vive nella Contea di Ludian.
Quello che ho letto un po’ ovunque, c’é qualche eccezione, sui media italiani e non solo, riportava sempre, in un circolo di copia e incolla su copia e incolla, l’aggettivo “commovente”.
Certo, un bambino mezzo congelato con le mani gonfie e piene di crepe é commovente. Davvero? Pensavo i sentimenti di rabbia fossero più naturali in casi come questo.
Anche in Cina, dove vivo, la parola d’ordine era commozione. Infatti centinaia di persone hanno donato soldi e vestiti a questo bambino, arrivando all’incredibile cifra di 500.000 Yuan, circa 64.000 Euro. Alla famiglia di Wang, però, sono stati dati solo 8.000 yuan, circa 1.000 Euro. Anche se qui in Cina si parla di donazioni per 250.000 Euro.
Inizialmente era stato detto che avrebbero dato 500 Yuan a testa ai compagni di scuola di Wang, poi, la Zhaotong Youth Development Foundation, in carico di raccogliere le donazioni, ha dichiarato che il resto dei soldi verrà utilizzato per aiutare altri bambini poveri della Regione.
Chen Furong, il capo del Ludian Education Bureau, ha dichiarato che i soldi non sono stati dati tutti alla famiglia del bambino perché questo non lo avrebbe aiutato a crescere in maniera sana.
E’ certamente vero che i bambini poveri nella Regione sono migliaia, e dare tutti quei soldi solo ad uno di loro per il solo fatto di essere diventato una celebrità su Internet non é sano.
Ma molti Cinesi, giustamente, si sono arrabbiati perché le loro erano donazioni fatte per aiutare quel bambino e non é stato chiarito come verranno spesi esattamente gli altri soldi.
Insomma, non dare tutti i soldi al bambino va bene ma tra 1.000 Euro e 64.000 (o 250.000) c’é un abisso, e dove sia finito il resto delle donazioni rimane avvolto nel mistero.
Esportazione e vendita della Propaganda Cinese
I media Italiani ed occidentali in genere (o almeno quelli in Inglese che ho potuto leggere) hanno comprato la notizia dalla Cina senza un minimo di ricerca o approfondimento, aiutando la macchina propagandistica cinese.
Il bambino che sfida le condizioni climatiche estreme, genio della matematica, che uscirà dalla povertà (nella quale é stato costretto dalle stesse politiche cinesi) e che con la sua nuova giacca imbottita corre verso il radioso futuro che l’aspetta.
È stato addirittura spedito a Pechino a fare una vacanza, e poi vestito da poliziotto in tenuta antisommossa ha posato in favore dei fotografi a Piazza Tienanmen, dichiarando poi (con assoluta naturalezza: “da grande voglio fare il poliziotto”.
Naturalmente lui di quello che é successo in quella Piazza nel 1989 non sa nulla. Né di quello che fanno i poliziotti in Cina. E purtroppo, non solo lui.
Eight-year-old ‘Ice Boy’ Wang Fuman visits Beijing’s anti-terror and special forces unit. He travels to the Chinese capital on a sponsored trip and experiences for the first time the warmth of central heating system https://t.co/Uonz7YlIH3 #冰花男孩 pic.twitter.com/0TYZ0VZ2F3
— The Straits Times (@STcom) 21 gennaio 2018
Qualche dato sulla reale ed immensa povertà in Cina
Nessuno ha menzionato il fatto che i poveri in Cina sono milioni e milioni, che i genitori di questo bambino e di altri 60 milioni di “left behind” come lui, sono stati costretti ad andare a cercare lavoro in città e, se va bene, tornano a casa una volta l’anno.
Non dicono che i genitori, in moltissimi casi, non possono portare con sé i bambini per via delle politiche migratorie interne alla Cina.
In città questo bambino non avrebbe accesso a scuola e sanità e quindi i genitori sono costretti a lasciarlo in campagna con i nonni. Erano, sono e rimarranno cittadini di serie B. Utili per costruire i nuovi palazzi e infrastrutture della Cina ricca e poi rispediti a casa quando non servono più.
E’ successo proprio qualche settimana fa lo sfratto e relativa demolizione di centinaia di persone a Pechino. Lavoratori migranti che non servivano più e che, nel gelido inverno, sono stati rispediti nelle loro regioni d’origine.
Non sono stati neppure avvisati, molti abitanti di Pechino li hanno difesi e hanno portato coperte e cibo ma la polizia glielo ha impedito. E subito dopo il Governo ha vietato di parlare della notizia.
Cosa vuol dire essere poveri in Cina?
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L’indubbio arricchimento dei cinesi e l’allargarsi della classe media hanno aumentato di molto la distanza fra ricchi e poveri. L’abisso che separa le condizioni di vita nelle città dalla campagna é aumentato, é continua ad aumentare, vertiginosamente.
Secondo la Banca Mondiale ed il Governo Cinese, negli ultimi 30 anni, 500 milioni di persone non vivono più in condizione di estrema povertà in Cina.
Ma queste fonti ci dicono la verità? Quanto bisogna essere poveri per essere in condizioni di estrema povertà? E quanto bisogna guadagnare per salire lo scalino “out of poverty”?
La Banca Mondiale ha iniziato a raccogliere i dati sulla povertà in Cina all’inizio degli anni ’80 quando l’88% della popolazione, quasi 900 milioni di persone, viveva con meno di 2 dollari al giorno.
Nel 2010 l’11% della popolazione viveva con meno di 2 dollari al giorno.
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Questo dato viene venduto dalla propaganda cinese come il nuovo grande balzo in avanti, e la vittoria del Partito nella lotta alla povertà. Quello che é abbastanza chiaro é che chi vive con poco più di due dollari al giorno adesso é, di fatto, in una condizione di estrema povertà.
Senza contare che, secondo i dati ufficiali, un 27% dei cinesi vive con meno di 3 dollari al giorno: si tratta di 360 milioni di persone che non viene considerata povera dalle statistiche.
Insomma, se si definisce che con un guadagno di 2,1 dollari al giorno non si é poveri, é chiaro che la fetta della popolazione non-povera cresce di molto.
Vivendo da più di un anno in Cina, prima ad Hanghzou (città di 9 milioni di abitanti sulla costa Est) e ora in una cittadina di campagna, posso garantire che con 2 dollari al giorno non si mangia, né in città né in campagna.
E se non bastano per mangiare, figuriamoci per pagare la scuola, la sanità, l’affitto, le bollette e la lista potrebbe continuare a lungo. La Cina non é i giganteschi e moderni palazzi di Shanghai. La Cina é quella del paese di campagna di Wang.