Lesotho, il Tetto dell’Africa. Guida e Racconto di viaggio.

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Lesotho, il regno delle montagne, un luogo spesso sottovalutato dal turismo ma che custodisce alcuni dei paesaggi più belli che abbiamo visto sino ad ora.

Abbiamo pedalato per circa 10 giorni nel Regno del Lesotho, uno stato enclave all’interno del Sud Africa. Il Lesotho è l’unico paese indipendente al mondo ad essere completamente al di sopra dei 1000 metri d’altezza.

Famoso per i suoi pastori che indossano sempre colorati mantelli di lana a prescindere dalla temperatura (sono stati recentemente usati nel film Black Panther di Ryan Coogler) ed il tipico cappello raffigurato anche nella bandiera nazionale, per i suoi panorami mozzafiato ad ogni angolo e per le tradizionali case rotonde in pietra con tetto di paglia.

Prima di approfondire il nostro itinerario in questo bellissimo paese, qualche informazione generale per chi vuole visitare questo stupendo Regno ancora poco conosciuto.

Il nostro percorso è stato fatto in bicicletta, e chiedendo qualche passaggio, ma le informazioni riportate in questo articolo sono valide per qualunque mezzo di trasporto decidiate di utilizzare.


Dove dormire

Guest house e alberghi

Ci sono guest house e alberghi in Lesotho, ma fuori dalle principali città non sono così frequenti e su alcune strade sterrate più remote potrebbero essere completamente assenti.

Di solito sono segnalati su Google Maps o altre applicazioni come iOverlander che vi consigliamo di scaricare. Molte guest house offrono anche la possibilità di campeggiare. I prezzi delle camere sono, in generale, piu alti rispetto al Sud Africa.

Soprattutto nelle zone piu remote non c’è elettricità e acqua corrente, di solito vi forniranno di una lampada a paraffina e scalderanno dei secchi d’acqua che potete usare per lavarvi in una bacinella in camera.

A volte hanno un generatore per l’energia elettrica ma non sempre c’è la benzina per azionarlo.

Queste soluzioni sono meno confortevoli rispetto ad un vero e proprio albergo in città ma sono molto più economiche ed aiutano l’economia di piccoli villaggi meno battuti dal turismo. Una camera costa dai 200 ai 250 Rand.

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Campeggio libero in Leshoto

Il campeggio libero e un’ottima soluzione, il Lesotho non è un paese densamente popolato ed e facile trovare posticini isolati ma tenete conto che ovunque siate incontrerete sempre un pastore con le sue pecore e che le temperature possono scendere di parecchi gradi durante la notte, anche in estate.


Chiedere ospitalità ai locali

Se siete vicino ad un villaggio vi basterà chiedere il permesso agli abitanti per piantare la tenda e lasciare una donazione, a noi è stata data una stanza a casa della maestra del villaggio e non ci è stato chiesto nulla ma abbiamo comunque lasciato 150 Rand alla famiglia.


Acqua

Nella capitale Maseru e nei principali centri del paese l’acqua e potabile, nei villaggi ci sono delle fontanelle di aqua potabile dalle quali potrete riempire gratuitamente le vostre bottiglie.

Considerata l’altitudine media del paese di circa 2000 metri l’acqua potabile non è un problema. Il Lesotho è infatti la principale risorsa per l’acqua del circostante Sud Africa.

L’acqua in bottiglia non viene venduta da nessuna parte tranne nella capitale Maseru. Nei negozi troverete solo birra, Coca Cola e qualche altra bibita.


Cibo

Al di fuori delle città piu grandi non esistono ristoranti e gli unici supermercati degni di questo nome sono a Maseru.

In ogni villaggio c’è un negozietto di generi alimentari ma non vi si trova praticamente nulla, solo riso, pesce in scatola, a volte instant noodles e pacchi di macaroni da condire con il soya minced in scatola.

Se viaggiate in macchina portatevi un po’ di provviste ed un fornello da campeggio con sufficienti bombole di gas, non le troverete in Lesotho.

africa in bici

Strade

Solo il 20 % delle strade del Lesotho sono asfaltate ma la situazione sta lentamente migliorando, ci sono imprese cinesi in tutto il paese che stanno ricostruendo le strade, probabilmente in cambio di diamanti, di cui il Lesotho è ricco.

Le condizioni delle strade sterrate variano da disastrose ad accettabili a buone. Molte strade possono essere in buone condizioni per qualche mese e completamente dissetate dopo la stagione delle piogge.

Molte di queste strade sono accessibili solo da 4×4 ed altre solo a cavallo.

Informatevi presso i locali sulle condizioni della strada, le loro informazioni non sono spesso attendibili visto che sono in pochi a possedere una macchina ma se chiedendo a piu di una persona vi verrà sempre detto che la strada è terribile probabilmente è vero.


Lingua

Il Lesotho ha due lingue ufficiali, il Sotho del sud e l’Inglese.

Chi più chi meno tutti parlano inglese in Lesotho, quindi comunicare, anche ad un livello di base non è mai un problema.

Come in tutti i paesi è sempre rispettoso imparare un paio di parole nella lingua locale.

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Connettività

Il segnale è presente praticamente ovunque in Lesotho, con nostra grande sopresa la Sim Card Vodacom che abbiamo comprato appena entrati in Lesotho funzionava anche nei luoghi piu remoti.

Entrando in Lesotho potete acquistare una Sim Card solo nei principali centri, noi l’abbiamo acquistata alla Vodacom di Quthing, 200 rand per 2 GB.

Tenete presente che elettricità e WiFi sono praticamente inesistenti al di fuori delle città quindi se avete bisogno di internet acquistate la Sim Card appena entrati in Lesotho.

Il WiFI è presente solo negli alberghi delle città più grandi e non è velocissimo.


Visto di ingresso in Lesotho

La maggior parte dei cittadini di paesi europei non necessita di visto per entrare in Lesotho ma tenete conto che il vostro visto sudafricano continuerà a contare i giorni e non vi verrà dato un nuovo visto una volta rientrati in Sud Africa ma un massimo di 7 giorni di proroga se ve ne sono rimasti meno.


Sicurezza

Il Lesotho è un paese abbastanza sicuro, valgono le accortezze valide per ogni viaggio, non mostrare oggetti costosi e non lasciarli incustoditi.

Durante il fine settimana, specialmente in città, potete incontrare un po’ di persone ubriache, se siete nella capitale di sera è meglio prendere un taxi.


L’itinerario del nostro viaggio in Lesotho

Questo è l’itinerario che abbiamo percorso in bicicletta, nell’arco di dieci giorni, prendendoci un paio di giorni di riposo e usufruendo di qualche passaggio.

Questa rotta è sicuramente magnifica e vi porterà ad esplorare aree remote del Regno delle Montagne, tenete presente però che alcune sezioni non sono percorribili da una normale auto.

In 4×4, o con una moto da enduro o da viaggio, tutto è possibile, ma richiede preparazione e tecnica, state attenti.

Percorrere questo itinerario in bici è estremo, una delle imprese più difficili della nostra “carriera”. Preparatevi a spingere un sacco e portate con voi qualche pezzo di ricambio.


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All’interno del bar di Quthing durante il dj set della domenica

Strada A2, da Quthing a Maseru (237 Km)

Dal confine di Palmietfontein la strada prosegue ben asfaltata fino a Quthing, una delle principali città del Lesotho, dove si trovano diverse guest house e soprattutto la via principale, dove pare che ogni negozio ami piazzare grandi speakers sulla strada e sparare musica a tutto volume.

Noi siamo arrivati di domenica e siamo subito stati invitati ad una festa danzante con dj set in un bar del paese.

Da Quthing ci sono due strada asfaltate, una va verso nord verso la capitale Maseru e l’altra segue il confine meridionale fino a

Qachas Nek, noi siamo andati verso nord perchè avevamo bisogno di trovare un meccanico per una delle nostre biciclette e, a quanto pare, non ce ne sono se non nella capitale.

La strada A2, nonostante vada a Maseru e attraversi una delle parti più abitate del Lesotho non ha molto traffico ma, paesaggisticamente parlando, non è certamente la strada più spettacolare del Paese.

Se percorrete questa strada passerete da Mafeteng dove vi consigliamo di visitare Tshepo, un giovane ragazzo che ha un’associazione che si chiama Hands of Life – Cycling, qui il sito internet e qui la pagina Facebook.

Donando biciclette a bambini e ragazzi gli insegnano un nuovo modo di muoversi, un mestiere, creano nuove idee e nel frattempo li educano su comportamenti rischiosi, in particolare riguardo l’HIV, malattia che colpisce il 25% della popolazione.

Tshepo sarà felici di farvi campeggiare nel giardino dell’associazione se trascorrerete qualche ora a vedere di cosa si occupano e ad incoraggiare i bambini!

cibo lesotho
Cena alla guest house di Maseru

Maseru, la capitale del Lesotho

La capitale del Lesotho, Maseru non è davvero un luogo imperdibile, ma è l’unica citta dove troverete supermercati decenti e servizi in generale.

La maggior parte dei turisti provenienti dal Sud Africa entra da questo confine e Maseru è un buono stop per una notte di ambientazione nel nuovo paese prima di vedere il vero Lesotho.

Ci sono moltissime guest house anche abbastanza economiche dove dormire, dotate di acqua calda, energia elettrica e WiFi. 

Partendo dal nord di Maseru abbiamo attraversato la città per costatare che avevamo ragione, non c’è davvero granchè da vedere qui.

Le strade sono piene di gente che cerca di vendere a ciclisti ed automobilisti qualunque genere di cosa, dal pesce fritto ai pesi da palestra.

Ci siamo chiesti più volte chi, bloccato nel traffico, avrebbbe mai potuto acquistare dei pesi da palestra da un venditore ambulante, non abbiamo trovato ancora la risposta ma se continuano a venderli evidentemente qulacuno li comprerà.

Vendevano anche fruttta e se avessimo saputo che non ne avremmo più vista in tutto il Lesotho probabilmente ne avremmo comprata un po’.

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Case tradizionali in Lesotho

Da Maseru a Moitsupelis (53 Km)

Da Maseru abbiamo preso la strada A5, recentemente asfaltata, che conduce a Qachas Nek passando per la belllissima Maletsunyane Fall nei pressi di Semonkong.

Abbiamo seguito quasi sempre la strada asfaltata tranne per una deviazione su sterrato di una quindicina di chilometri che consigliamo vivamente ma che richiede un 4×4, una bici scarica o, come nel nostro caso, qualche tratta a spinta.

La strada rimane trafficata e non molto piacevole fino a Roma dove, improvvisamente, il traffico finisce.

Poco prima di Roma abbiamo preso la strada in direzione Koro-Koro, asfaltata, per poi deviare sulla nostra sinistra su uno sterrato senza nome che si ricongiunge alla A5 nei pressi di Moitsupelis.

Lo sterrato è impegnativo e ci sono tornanti pietrosi con pendenze importanti, soprattutto nella parte iniziale, ma verrete ricompensati dalla magnificenza del paesaggio, alti picchi e un mare di fiori colorati, villaggi tradizionali con le tipiche case di pietra rotonde, pastori a cavallo con il tipico mantello e l’impressione è di essere costantemente all’interno di una cartolina.

Aspetto un po’ meno piacevole, sono le orde di bambini che vi inseguiranno chiedendovi “sweets” e “money”.

Purtroppo per decenni molti bianchi hanno avuto l’abitudine di lanciare caramelle ai bambini dalle auto, un comportamento che ha fatto credere ai locali che la nostra ricchezza sia infinita e che sia sufficente chiedere soldi o caramelle ad un bianco di passaggio per ottenerle.

Tornati sulla strada asfaltata, abbiamo pedalato un’altra decina di chilometri, per fortuna in discesa, ed abbiamo dormito a Casa Tumi, si puo anche campeggiare e c’è un vicino fiume dove si può fare il bagno.

Il posto è gestito da una ragazza del luogo, la notte il cielo vi offrirà uno spettacolo di stelle unico ed è un ottimo modo di contribuire all’economia locale.

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Da Casa Tumi a Semonkong (60 Km)

Ripartiti da Casa Tumi la strada sale fino a circa 2200 metri, proseguendo attraverso piccoli villaggi e paesaggi montuosi magnifici.

Traffico praticamente assente. Ad un certo punto vi apparirà davanti una delle salite su asfalto piu ripide mai viste, da lontano pensavamo che questa parte di strada apparisse verticale per qualche sorta di illusione ottica ma, con grande sconforto, ci sbagliavamo.

Daniele l’ha pedalata quasi tutta, io no, seguita fino in cima da bambini che mi chiedevano soldi e caramelle.

Arrivati alla fine di questi pochi chilometri di inferno si continua a salire ma con pendenze più umane fino a raggiungere un passo senza nome, almeno secondo le nostre mappe, a circa 2800 metri di altezza.

A questa altitudine vedrete i pastori ragazzini e a volte bambini che vivono in capanne provvisorie di pietra e paglia con gli animali, di solito pecore e mucche ma anche capre, asini e cavalli, che portano quassù a pascolare.

Superato il passo si scende fino al paese di Semonkong dove potete dormire, in campeggio o in camera, al Semonkong Lodge, a circa 4 chilometri da Maletsunyane Falls.

Al momento della nostra visita, ad Aprile 2019, non c’erano altri posti per dormire in paese. Potete leggere qui il nostro articolo sulla cascata di Maletsunyane a Semonkong, troverete tutte le informazioni su come raggiungerla, dove dormire, che attività si possono fare nella zona etc.

Proseguendo verso sud lungo la strada A4, sulla salita dopo il paese di Semonkong c’è un ottimo punto panoramico che vi permetterà di vedere la cascate che cadono sull’altro lato del canyon, quelle che non si vedono dal punto panoramico di Maletsunyane.

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Bambini pastori davanti al negozio cinese di Sehlabathebe

Da Maletsunyane a Sehlabathebe National Park (190 Km)

La strada prosegue con i costanti sali e scendi impegnativi fino a Qachas Nek, si costeggia il fiume Orange (Senqu) ed il paesaggio cambia letteralmente ad ogni curva, non c’è un solo metro noioso lungo questa strada.

Arrivati a Qachas Nek ci sono tre o quattro guest house dove dormire, uno shop cinese che aveva addirittura il formaggio, il realtà le sottilette ma per noi dopo giorni in Lesotho un lusso.

Alcune guest house hanno il ristorante ed offrono la cena per circa 35 Rand, poco piu di 2€, insalata e pollo oppure uova fritte.

Da Qachas Nek siamo tornati indietro per una decina di chilometri ed abbiamo preso una strada sterrata sulla destra che conduce al Sehlabathebe National Park.

I cinesi sono all’opera per il rifacimento della strada ed i primi 20 chilometri sono ottimi. Dovrebbero finire in un paio d’anni quindi chi pedalerà qui dopo di noi sarà molto più fortunato.

Da quanto abbiamo potuto capire non ci sono posti “ufficiali” per dormire ufficiali fino a Ramatseliso, una delle altre frontiere con il Sud Africa.

Finito il cantiere cinese la strada è molto dissestata, a tratti rocciosa ed a tratti sabbiosa, potrebbe essere difficile da percorrere durante la stagione piovosa ed in ogni caso è necessario un 4×4.

Da Ramatseliso abbiamo continuato a seguire la strada lungo il confine che poi sale verso nord fino a Sehlabathebe.

Qui troverete un negozio cinese ed una guest house molto spartana ma gestita da un signore gentilissimo dove potete dormire per 200 Rand a notte.

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Il Parco Nazionale di Selabathebe
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Matabeng Pass (40 Km)

Da Sehlabathebe abbiamo proseguito verso il Matabeng pass, 13 chilometri di salita lungo una strada che di fatto è solo una distesa di rocce ed altri 20 chilometri di discesa ancora più impossibili con diversi corsi d’acqua da guadare lungo la strada.

In cima al passo abbiamo avuto la fortuna di avvistare tre rari Grifoni del capo, che volteggiavano vicino all’antenna, mentre un pastore adolescente ascoltava musica tradizionale da una cassa USB…

Ne è valsa comunque la pena ma ci è costato un giorno intero di fatica.

Noi abbiamo campeggiato lungo il fiume una volta finita la parte piu difficile della discesa, troverete anche un campeggio nei pressi di Tebalo, non credo ci siano docce o elettricità ma probabilmente un bagno.

Potrebbe valere la pena pagare se volete dormire più tranquilli e non siete amanti del campeggio libero.

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Sehongong e Mashai (30 Km)

Dal campeggio la strada sale di nuovo, continua ad essere sterrata ma le condizioni sono di gran lunga migliori rispetto a quanto percorso in precedenza.

La strada fino a Mashai offre spettacolari viste sul fiume Orange (Senqu) e sullo strapiombo alla vostra sinistra.

Se siete in macchina guidate con molta prudenza, abbiamo visto un pick up sul fondo dello strapiombo e diverse auto guidare a tutta velocità. Pare ci sia una guest house a Mashai.

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Il Menoaneng pass e Rafolatsane (106 Km)

Arrivati al bivio con la strada A3 l’asfalto non si vede ancora ma lo sterrato è ottimo, l’inizio è piuttosto pianeggiante e costeggia un bel fiume, offrendo ottime location per il campeggio libero.

La strada inizia poi a salire verso uno dei tanti passi del Lesotho, il Menoaneng pass, a circa 3000 metri d’altezza. In particolare gli ultimi 5 chilometri che conducono al passo non sono in buone condizioni ma non sono impossibili.

Scendendo raggiungerete Rafolatsane, qualche chilometro prima della strada finalmente asfaltata che conduce al Sani Pass. A Rafolatsane ci sono due guest house, noi abbiamo dormito al St. James Lodge gestito dalla locale chiesa e scuola.

C’è l’elettricità e l’acqua calda, il riscaldamento e un’area comune con cucina e caminetto.

La camera con bagno privato ed elettricità costa 300 rand a persona oppure 150 nei rondavel senza elettricità e con bagno esterno, vi daranno comunque una lampada a paraffina e potete accedere all’area comune dove c’è l’elettricità.

È anche possibile campeggiare, non sappiamo quanto costi perchè al momento del nostro arrivo, in Aprile, era molto freddo e pioveva quindi abbiamo optato per il tetto sulla testa.

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Da Rafolatsane al Sani Pass (48 Km)

A circa 3 chilometri dal St James Lodge la strada asfaltata porta al Sani Pass, a 3240 metri, uno dei passi più alti in Africa.

La salita è piacevole e ci è sembrata anche molto facile dopo quello che abbiamo fatto in Lesotho. Tenete conto che, nonostante sia una una strada asfaltata, non ci sono paesi nè negozi lungo la strada.

Sarebbe curioso sapere perchè proprio questa strada dove non ci sono paesi abitati da gente del luogo sia stata asfaltata, sembra servire solo ai turisti della domenica dal vicino Sud Africa, sudafricane erano infatti tutte le macchine che abbiamo incontrato lungo la strada.

Arrivati a Sani Top, il paese sul confine, a circa 2800 metri di altezza, ci sono 3 posti dove dormire, vi consigliamo vivamente di evitare il Sani Mountain Lodge dove ci siamo trovati malissimo e di optare per una delle altre due soluzioni disponibili, potete trovarle nell’articolo linkato.

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La vista sul lato Sudafricano del Sani Pass da Sani Top, in Lesotho

La vista dal confine è magnifica, ma le condizioni stradali non altrettanto. Dal confine del Lesotho percorrerete 8 chilometri di ripidi tornati rocciosi fino al confine Sud Africano, da qui in poi la strada è di terra battuta e al momento del nostro passaggio stavano facendo dei lavori di ristrutturazione che avevano ridotto la strada, complice anche la pioggia, ad un fiume di fango.

In queste condizioni è difficilmente percorribile con qualsiasi mezzo di trasporto ma dal lato Sud Africano ci sono dei serviti privati di trasporto che vi porteranno in cima al passo se non ve la sentite di guidare voi.

In questo articolo vi parliamo nello specifico del Sani Pass (in arrivo).

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